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Ogni pagina di "Napoli 3.0" potrebbe apparire come un itinerario a tutto tondo, da seguire con gli occhi del turista, mentre in realtà è il racconto di tre donne intente ad affrontare la propria vita in una città intrecciata da contraddizioni e atavici misteri non senza un sottofondo di ironia che funge da panacea. Le tre protagoniste del viaggio che la Rubinacci ha proposto, sono legate infatti dall'unico vestito vero di questa città dalle braccia aperte, colme di profumi, di sapori, di anfratti misteriosi, di voci scandite nella lingua propria del popolo, di condivisione che si trasforma in integrazione, di rinascita e di dignità. Tutto nasce dall'esigenza dell'autrice di smantellare lo stereotipo detto "Vedi Napoli e poi muori" trasformandolo in "Vedi Napoli e poi...Torni". Il romanzo è dunque un invito a rivivere Napoli.